venerdì 1 maggio 2015

Casale del Giglio, sinonimo di ricerca e sperimentazione vitivinicola nell'Agro Pontino


L'azienda Casale del Giglio sorge nell'Agro Pontino, una pianura della parte meridionale del Lazio, che è in gran parte di origine alluvionale e che beneficia della vicinanza al Mar Tirreno; si tratta di una zona caratterizzata da paludi, acquitrini e infestata dalla malaria... almeno fino agli anni '30 del '900 quando, durante il periodo fascista, fu operato un processo di bonifica che, grazie alla tenacia di migliaia di uomini, portò in breve tempo a compimento un lavoro iniziato già in età imperiale romana. Così in questa terra, che il Duce "volle redenta dal millenario letargo di mortifera sterilità" (come si legge dall'epigrafe della torre sabaudiana), furono fondate le città di Sabaudia, Pontinia, Aprilia e Pomezia.


I terreni su cui sorgono ora i vigneti dell'azienda nei pressi di Aprilia, così come quelli di tutto il resto dell'Agro Pontino, rappresentano dunque, a differenza delle altre zone vitivinicole d'Italia che vantano tradizioni secolari, un ambiente nuovo e che ben si presta ad opere di ricerca e sperimentazione in campo vitivinicolo... Secondo la filosofia aziendale, infatti, "lo sviluppo futuro della vitivinicoltura Italiana non risiede solamente nel consolidamento dell'immagine di zone dalla grande tradizione, ma anche nel raggiungimento, attraverso opportune scelte viticole ed enologiche, di produzioni di alto livello, caratterizzate dal giusto rapporto qualità-prezzo, in territori ancora poco conosciuti dal punto di vista del loro potenziale qualitativo viticolo ed enologico".


Grazie ad Antonio Santarelli, attuale proprietario dell'azienda, e a suo padre Dino prende così il via nel 1985 un progetto di ricerca e sperimentazione che ha visto su questi terreni, oltre alla progressiva sostituzione della tecnica tradizionale del tendone con sistemi a spalliera (caratterizzati tra l'altro da una maggiore densità di ceppi per ettaro), l'impianto di quasi 60 diversi vitigni (soprattutto internazionali) per trovare quelli che meglio si adattano ad esprimere il territorio... un progetto piuttosto ambizioso, su una terra dalla recentissima storia vitivinicola, al quale collaborano tuttora, oltre all'enologo trentino dell'azienda Paolo Tiefenthaler, anche ricercatori universitari come il Prof. Attilio Scienza dell'Università di Milano, il Prof. Angelo Costacurta dell'Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano ed il Prof. Fulvio Mattivi dell'Istituto Agrario di San Michele all'Adige.


Frutto dei 164 ettari di vigneto dell'azienda, nonché di questi lunghi anni di ricerca, è l'ampia gamma dei vini prodotti, ottenuti perlopiù da vitigni internazionali (ultimo arrivato è il Tempranillo) e caratterizzati dall'interessante rapporto qualità/prezzo... una produzione di oltre un milione di bottiglie l'anno, che fa oggi di quest'azienda uno dei principali punti di riferimento per l'enologia laziale.

Di seguito alcuni vini da me degustati:


Lazio IGT Sauvignon 2014
Sauvignon 100%. 6 mesi in acciaio. 13%
Dal colore giallo paglierino, presenta un naso intenso con sentori di pesca, salvia, ortica e cerino; al gusto è di buona struttura e caratterizzato da una decisa nota sapida che, ben equilibrata dalla altre componenti, rende il sorso gustoso.
Aprile 2014. €. 2-3 anfore


Lazio IGT Petit Verdot 2013
Petit Verdot 100%. Un anno in barrique.13,5%
Dal fitto colore rosso rubino, presenta al naso sentori di more, note di sottobosco e cenni speziati; di buon corpo al gusto, mostra tannini presenti ma non aggressivi e un finale finemente amarognolo. 
Aprile 2014. €. 3 anfore 


Lazio IGT Mater Matuta 2011
Syrah 85%, Petit Verdot 15%. 2 anni in barrique. 14%
Il nome di questo vino deriva da un'antica divinità italica il cui culto era molto diffuso nell'Italia Centrale... presso Le Ferriere, non lontano dall'azienda, sono infatti ritrovati le rovine di un tempio dell'antica città di Satricum, dedicato proprio alla dea dell'aurora, la Mater Matuta.
Dal colore rosso cupo, questo vino presenta un naso intenso e complesso, che spazia su sentori di marasca matura e pepe, note di polvere di cacao e cannella, cenni di tabacco e noce moscata su un sottofondo balsamico e resinoso; gustoso e dai tannini vellutati all'assaggio, mostra una componente alcolica ben integrata in una struttura sì importante ma snellita dalla buona acidità. Finale piacevole e persistente.
Maggio 2015. €€€. 4 anfore


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