sabato 22 aprile 2017

Il Lambrusco riassunto in 7 punti


Foto presa dal web

1. La famiglia dei Lambruschi, vitigni a bacca rossa derivati dalla domesticazione della vite selvatica (avvenuta in epoca antica), deriva probabilmente il nome dai termini latini "labrum" (ossia, margine dei campi) e "ruscus" (ossia, pianta spontanea).

2. Il nome di questa famiglia di vitigni può trarre in inganno, facendo presumere relazioni di parentela, che in realtà non esistono, tra i Lambruschi (appartenenti alla specie euroasiatica "Vitis Vinifera") e la specie "Vitis Labrusca" (appartenente al gruppo delle viti americane).

3. La coltivazione di questi vitigni è diffusa in Emilia Romagna e Lombardia, soprattutto nella pianura padana. Si registra, inoltre, una certa presenza anche in altre regioni italiane, tra cui la Puglia.

4. Esistono più varietà di vite Lambrusco, che derivano il nome dall'origine geografica (come per il Lambrusco di Sorbara), da quello del selezionatore (come per il Lambrusco Maestri ed il Lambrusco Marani) o da caratteristiche morfologiche (come per il Lambrusco di Grasparossa, così chiamato per il suo graspo rosso, ed il Lambrusco Salamino, la cui forma del grappolo ricorda un piccolo salame).

5. Queste differenti varietà sono contemplate in più denominazioni, tra cui Lambrusco Mantovano, Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Grasprossa di Castelvetro, Lambrusco Salamino di Santa Croce e Lambrusco Reggiano.

6. Da queste varietà di Lambrusco si ottengono vini rossi e rosati frizzanti e spumanti, attualmente rifermentati perlopiù in autoclave ma che in passato (fino agli anni '60) erano ottenuti con rifermentazione in bottiglia senza successiva eliminazione dei lieviti (risultando così in prodotti facili al deterioramento e, per questo, destinati ad un consumo locale). Tali vini esprimono al naso intensi ed ammiccanti sentori vinosi, fruttati e floreali; al gusto si fanno notare per freschezza e vivacità, mostrando un corpo in genere leggero e tannini appena accennati.

7. A tavola i vini da uve Lambrusco trovano facile abbinamento con i piatti tipici della cucina emiliana, come lo zampone e il cotechino, nonché con salumi e antipasti, oltre che con primi piatti come cappelletti in brodo, tortelli di erbetta o di zucca e lasagne.


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