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1. Grande ed
affascinante isola del mar Mediterraneo, la Sardegna fu chiamata dagli antichi greci "Sandalion" per
la somiglianza della conformazione costiera all'impronta di un sandalo; mentre
il suo nome latino "Sardinia" deriverebbe da quello di una
leggendaria donna greca chiamata "Sardò", originaria di Sàrdeis,
capitale della Lidia (che, secondo Erodoto, sarebbe la terra di provenienza
degli etruschi e dei sardi). Ad ogni modo, questa regione presenta un
territorio molto variegato, dove coesistono montagne, altipiani e colline, ed
un clima mediterraneo con estati calde e secche, ma molto ventilate, e con inverni
piovosi, ma brevi e poco freddi.
2. Probabilmente
la vite su quest'isola fu introdotta dai Fenici; tuttavia, data la strategica
posizione occupata nel mar Mediterraneo, la Sardegna è stata nel corso dei
secoli oggetto di conquista da parte di più popolazioni, che hanno contribuito
all'arricchimento del patrimonio ampelografico, nonché all'introduzione di
differenti tecniche vitivinicole. Tra '700 e '800 i vini sardi divennero famosi
oltre i confini regionali; tuttavia, con l'arrivo della fillossera anche qui la
viticoltura subì un brusco arresto e la ripresa si ebbe solo a partire dagli
anni '50 del XX secolo soprattutto grazie all'opera di cantine sociali; la
produzione vinicola sarda, improntata all'epoca verso vini da taglio
dall'elevato tenore alcolico, a partire dagli anni '80 sta vivendo un periodo
di riscoperta dei vitigni autoctoni e dando vita a vini di eccellente livello
qualitativo.
3. Oltre alle
cosiddette uve internazionali, si trovano in Sardegna anche uve tipiche di
altre regioni italiane come Nebbiolo,
Sangiovese, Montepulciano e Barbera,
nonché uve introdotte nel corso dei secoli da differenti popolazioni e che,
oggi, sono considerate locali; tra quest'ultime alcune sono tanto diffuse da
dar vita a denominazioni regionali, quali Cannonau
di Sardegna (le cui sottozone sono "Oliena", "Jerzu" e
"Capo Ferrato"), Vermentino di
Sardegna, Monica di Sardegna e Moscato di Sardegna (di cui è da
segnalare la sottozona "Tempio Pausania") e Sardegna Semidano (di cui è da segnalare la sottozona
"Mogoro").
4. Nella parte settentrionale
dell'isola troviamo la produzione del Vermentino
di Gallura che, ottenuto da uve Vermentino
coltivate ad alberello o a spalliera su terreni granitici, è affinato quasi
sempre in acciaio. Prodotto in quantità limitata è il Moscato di Sorso-Sennori, un vino passito ottenuto da uve Moscato Bianco che possiamo, però,
ritrovare anche in versione spumante e liquoroso. Infine, la denominazione Alghero comprende vini bianchi e rossi
ottenuti sia da vitigni autoctoni che internazionali.
5. Nella parte
orientale dell'isola troviamo l'Ogliastra, regione storico geografica
caratterizzata da una successione di colline calcaree, dove si coltiva ad
alberello basso il Cannonau, che qui
sembra esprimersi al meglio; proseguendo verso l'interno, troviamo invece la
produzione del Mandrolisai che,
ottenuto soprattutto da uve Bovale, Cannonau e Monica coltivate ad alberello o a spalliera sulle pendici del
massiccio del Gennargentu, può essere sia rosso sia rosato... ad ogni modo, di
buona struttura.
6. Nella parte
occidentale dell'isola troviamo, lungo la costa, la produzione della Malvasia di Bosa... raro vino passito
di stile ossidativo che, ottenuto da uve Malvasia
di Sardegna coltivate su terreni calcarei, ammalia al naso con sentori di
mandorla tostata, nocciola caramellata e macchia mediterranea, mentre stupisce
al gusto per la persistenza e le doti di sapidità ben bilanciate dalla
morbidezza. Tipico vino di questa parte dell'isola è anche la Vernaccia di Oristano, ottenuto con le
omonime uve a bacca bianca e la cui maturazione avviene, in modo simile allo
Sherry, in botti di castagno scolme, dove sulla superficie del vino si sviluppa
una strato di "flor" (lieviti filmogeni); prodotto anche in versione
liquoroso, questo vini può accompagnare formaggi piccanti e pasticceria secca.
Altre denominazioni della parte occidentale della Sardegna sono Arborea, dove hanno trovato spazio Sangiovese e Trebbiano Toscano, e Campidano
di Terralba, dove si ottengono da uve Bovale
vini rossi di buona struttura.
7. Nella parte
meridionale dell'isola, troviamo la produzione del Carignano del Sulcis, corposo vino rosso ottenuto da uve Carignano, nonché una ricca produzione
di vini secchi e dolci, passiti e liquorosi (la cui diffusa tecnica produttiva
è un retaggio spagnolo) ottenuti da uve locali, quali Girò di Cagliari, Malvasia
di Cagliari, Monica di Cagliari,
Moscato di Cagliari e Nasco di Cagliari; il Nuragus di Cagliari è, invece, un vino
bianco fermo o frizzante prodotto solo in versione secco o amabile.
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